martedì 11 marzo 2014

Open

Ho finito un libro veramente appassionante: "Open - La mia storia", autobiografia di Andre Agassi scritta con J.R. Moehringer.
Il tennis non mi ha mai interessato più di tanto, l'ho praticato pochissimo e non è per questo che ho letto quest'opera. Chi me l'ha suggerito ha iniziato la frase dicendomi: la cosa più singolare è che Agassi odia il tennis!

Agassi fa un'operazione - ben sorretta dall'ottimo Moehringer - non solo di racconto della propria travagliata storia, ma anche di esposizione incredibilmente sincera e approfondita della propria psiche, con pregi e soprattutto difetti.
Mi riconosco molto in alcuni di essi (in entrambe le categorie...), fra cui la cocciutaggine e la sincerità. Chi mi conosce penso che possa convenirne.
Un aspetto curioso è che non si è spinti da invidia per il successo e i guadagni, bensì da compassione per le vicende di questo ragazzo, la cui foto in copertina trovo molto rappresentativa degli aspetti interiori.
Ammirevole, anche per i risvolti etici, e incredibilmente umano.

sabato 1 marzo 2014

La banda dei brocchi

Ho letto "La banda dei brocchi" di Jonathan Coe, ed. Feltrinelli (2001).
All'inizio mi sembrava noioso, invece mi sono man mano appassionata. Ambientata in Gran Bretagna negli anni '70, periodo difficile per le disuguaglianze sociali, le proteste popolari represse con metodi durissimi e gli attentati dell'IRA, la storia si incentra sulle vite di adolescenti al college, con analisi dei personaggi profonde. 
Mi è piaciuto anche lo stream of consciousness a un certo punto del libro: per nulla pesante, molto espressivo.

Quasi amici - Intouchables Vs. Mare dentro

Ho appena visto il film "Quasi amici - Intouchables", film francese del 2011, e mi viene in mente "Mare dentro", spagnolo del 2004. Entrambi parlano di persone tetraplegiche a causa di eventi traumatici, entrambe sconvolte dall'evento durante un'esistenza dinamica e felice.
Mare Dentro è bellissimo, poetico e geniale nella sua originalità; però è incentrato sull'eutanasia.
Quasi Amici invece è più leggero, ma è carino e, soprattutto, positivo: narra la storia - fra l'altro vera! - di uno che, con l'aiuto un'anima illuminata che gli ha saputo comunicare serenità e forza, ce la fa a superare la depressione e si rifà una vita.

Ho sempre trovato preferibile la musica in maggiore - positiva, ottimista verso la vita - rispetto a quella in minore - triste, elegiaca. talvolta cupa e drammatica.
Spesso quella in minore è esteticamente più bella, ma l'importante è la sensazione che rimane dopo l'ascolto.
-.-.-.-.-.-

Appena dopo aver scritto questo post, ho ascoltato l'intervista a Lucia Annibali, una ragazza sfregiata con l'acido che sta reagendo con energia e positività a quanto le è accaduto. Secondo lei si può decidere di essere felici: la felicità è un obiettivo che va "scelto" e, fra le cose che si possono fare per ottenerla, vi è circondarsi di persone positive.
Ne sono convinta anch'io.