domenica 17 aprile 2022

Come un merlo su un albero

 

Osservo le auto dall’alto

di questa betulla frondosa

lontane sul nastro d’asfalto

rincorrono mete fumose


Ascolto rumori vicini

formiche che salgono lente

i picchi che cercano larve

delle foglie i ventosi fruscii


L’altrieri un fucile ho scampato

quest’oggi ho sfuggito un furetto

la fuga da quando son nato

conosco in ogni suo aspetto


Mi dicon che pure gli umani

non abbiano facile vita

fra loro si fanno avversari

per noia si arrecan ferite


Che pena, quei poveri umani!

Non sete li muove alla guerra

non fame fra loro li sbrani

bensì l’odio cieco li afferra


Che pena gli umani, che pena!

Si uccidon fra loro per gioco

non servon neppur come preda

a estinguer della fame il fuoco


Potrebbero viver tranquilli

di tutto il creato padroni

e invece fra scoppi e lapilli

si scannano al suon dei cannoni


Fra lor qualche voce si sente

che dice di metter dei fiori

nei loro cannoni solerte

prima di farsi tutti fuori


L’umana specie è preda di se stessa

niente di diverso dalla Natura

solo un po’ più di consapevolezza

del sentirsi preda maggior paura


All’Uomo che credeva di viver meglio

di noi poveri merli che ogni giorno

rischiam di esser mangiati per contorno

mi sentirei di dare un consiglio


Vivi la vita e lasciala vivere

 

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